Campionato Co.S.A.C. 2018

Don,t walk again

Località: ALBENGA – Bastia / ex caserma Turinetto    

28 aprile 2019

don't_walk_again_Antefatto-rev 2.pdf

 

 

La Union Carbide India Limited (UCIL) venne fondata nel 1934 dalla Union Carbide Corporation USA

(UCC), uno dei primi investitori americani in India. Divenne una sussidiaria della UCC il 24 dicembre 1959 e l'azienda americana al momento dell'incidente ne deteneva il 50,9% delle azioni.

L'impianto di Bhopal fu costruito a partire dal 1969 su terreno preso in affitto dal governo locale. La sezione per la produzione di MIC venne aggiunta nel 1979 ed entrò in funzione il 5 febbraio 1980. Il MIC era un prodotto intermedio nella produzione dell'insetticida carbaryl(nome commerciale Sevin) e Bhopal era l'unico impianto a produrlo fuori dagli Stati Uniti. 

Il primo obiettivo dell'azienda era il Safety First, ossia la sicurezza del personale, e per questo motivo l'azienda donò all'ospedale Hamidia l'attrezzatura necessaria per la rianimazione in caso di contaminazioni gassose e allestì un piccolo ospedale interno per eseguire tutti gli esami necessari al controllo dello stato di salute dei lavoratori e alla cura di eventuali disturbi respiratori; i medici che vi operavano però non vennero mai istruiti sulle patologie dovute a fughe di gas, né informati dei componenti presenti nelle lavorazioni. La crisi del 1982 condusse alla riduzione delle perdite della fabbrica e i tagli portarono al licenziamento del 40% del personale specializzato. Nell'estate 1983, la Union Carbide, consapevole del fallimento, sospese la produzione in previsione della definitiva chiusura dell'impianto che sarebbe stato poi trasferito in altri paesi. Restarono però 63 tonnellate di isocianato di metile nei tre serbatoi sotterranei. Nonostante la pericolosità della sostanza, nell'autunno del 1983 gli impianti di sicurezza vennero disattivati, la refrigerazione delle vasche dell'isocianato di metile fu interrotta, la manutenzione ordinaria fu sospesa e la fiamma pilota della torre di combustione, ultimo sistema di sicurezza per bloccare eventuali fughe di gas contaminante, fu spenta. La fabbrica chiuse definitivamente il 26 ottobre 1984.

 

Il disastro di Bhopal è avvenuto il 3 dicembre 1984 nella città indiana di Bhopal a causa della fuoriuscita di 40 tonnellate di isocianato di metile (MIC), dallo stabilimento della Union Carbide India Limited (UCIL), consociata della multinazionale statunitense Union Carbide specializzata nella produzione di fitofarmaci. 

La nube formatasi in seguito al rilascio di isocianato di metile, iniziato poco dopo la mezzanotte del 3 dicembre 1984, uccise in poco tempo 2.259 persone e avvelenò decine di migliaia di altre. Il governo del Madhya Pradeshha confermato un totale di 3.787 morti direttamente correlate all'evento, ma stime di agenzie governative arrivano a 15.000 vittime. 

Si ritiene che i prodotti chimici ancora presenti nel complesso abbandonato, in mancanza di misure di bonifica e contenimento, stiano continuando a inquinare l'area circostante.

Durante un controllo, per via di alcuni malfunzionamenti, l'acqua finì nella vasca provocando la reazione dell'isocianato di metile, che a contatto con l'acqua sviluppò calore facendo aumentare la pressione all'interno dei serbatoi. Il gas formatosi si espanse verso la torcia spenta e tappata, facendo aumentare ulteriormente la pressione fino alla rottura delle valvole e diffondendosi quindi nell'atmosfera. L'assenza di vento favorì la catastrofe provocando una stratificazione della sostanza, più pesante dell'aria. La nuvola si diresse verso le bidonville dei quartieri poveri che si trovano nella Spianata Nera abbattendosi su centinaia di migliaia di persone. Altre fonti invece indicano che fu proprio il vento a favorire la catastrofe stessa spingendo la nube tossica nella vicina bidonville. Ad avvalorare questa ipotesi furono le testimonianze di alcuni superstiti che andarono proprio incontro al vento trovando salvezza su un colle lì vicino sopra un lago da cui proveniva aria fresca che allontanava nella direzione opposta la nube tossica.

Persero la vita all'incirca 8.000-10.000 persone secondo i dati del centro di ricerca medica indiana, oltre 25.000 per Amnesty International. La stima più probabile parla di 21.000 vittime e 500.000 intossicati più o meno gravi.